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Il cristianesimo ortodosso in Giappone – parte 1

I PRIMI CONTATTI

L’arrivo in Giappone del Cristianesimo, a prescindere dalla confessione, è molto tardo. I contatti con il mondo ortodosso sono recenti e bisognerà aspettare, infatti, che i Russi raggiungano l’estremo Oriente alla fine del XVII secolo. I primi ortodossi Giapponesi furono marinai naufragati sulle coste delle Aleutine e della Kamchatka, i quali, entrati in territorio russo, nella gran parte dei casi non poterono più fare ritorno in patria. Presero quindi il battesimo e un nome russo.

Non è chiaro quante siano tali persone, ma possiamo conoscere le vicende di alcuni di loro grazie ai diari che hanno scritto. Il primo Giapponese in assoluto a comparire nelle cronache russe di un certo Denbei, povero mercante di Osaka. Egli, partito alla volta di Edo nel 1695, ottavo anno dell’era Genroku, fu sorpreso da un tifone e giunse l’anno successivo sulle coste del Kamchatka meridionale.

Da qui, con il capo dei cosacchi Vladimir Atrasov, giunse in Russia, nel 1702, e fu presentato allo zar Pietro il Grande il quale, impressionato da quel mercante fondò una scuola di studi giapponesi a Pietroburgo, dove Denbei divenne insegnante di lingua giapponese. Negatogli nel 1710 il permesso di tornare in Giappone, gli fu ingiunto di battezzarsi, e con il nome di Gavril, egli divenne il primo Giapponese della storia a diventare cristiano ortodosso.

È del 1711 una sua esposizione della religiosità nipponica per il governo russo, una sorta di intervista sulle convinzioni religiose dei suoi conterranei, uno scritto in realtà molto semplicistico, vista anche la bassa caratura culturale del personaggio.

Nel 1710 fu la volta di un altro Giapponese, Sanima. Egli faceva parte di in gruppo di dieci persone, naufragato sulle coste del Kamchatka. Quella volta però, furono gli indigeni del posto a trovarli per primi, e a massacrare quattro di loro. Poi, ridotti in prigionia, furono acquistati in quattro da alcuni russi, e Sanima venne inviato come insegnante a Pietroburgo. Qui, divenuto aiutante di Denbei, si battezzò e si naturalizzò, prendendo perfino moglie. Non sappiamo quando morirono sia Denbei sia Sanima.

Nel 1745 invece fu il turno del gruppo di un certo Takeuchi, che naufragò sulle isole Kurili, presso Onekotan. Tra i legni naufragati lungo le isole Kurili figura anche quello di Daikokuya Kōdayu, che non si convertì, ma che merita menzione per i suoi viaggi nella Russia a contatto stretto con l’ortodossia e perché due dei superstiti della sua nave si convertirono e restarono in questo paese. Egli, a differenza della grande maggioranza dei suoi connazionali, riuscì a tornare in Giappone e ci ha lasciato un buon numero di scritti, i più famosi dei quali sono Hokusa Ibun e Hyōmin Goran no ki, opere che, non hanno come fine il descrivere le reali condizioni e vicende dei naufraghi giapponesi, e che sono quindi carenti dal punto di vista dell’accuratezza.

Egli partì da Shirokochō, a Suzuka, diretto a Edo, nel dicembre del 1782, ma venne travolto da una tempesta, e nel 1783 sbarcò ad Amchitoka. Il suo gruppo aveva già perso un uomo, e nei quattro anni di permanenza sull’isola ne perderà altri quattro. Nel 1787 il gruppo si trasferì in Kamchatka, dove morirono altri tre compagni, poi in Jakuzia. Nel 1789 i sei superstiti giunsero a Irkutsk, in Siberia, dove Shinzō e Shōzō si convertono. Nel 1791 si recano a Pietroburgo per ottenere il permesso di tornare in Giappone, e furono ricevuti dalla Zarina Caterina II, che concesse il permesso, ma il solo Daikokuya tornò in Hokkaidō nel 1792, mentre i suoi due compagni convertiti all’ortodossia rimasero in Russia. Morì infine a Edo nel 1828.

Possiamo quindi evidenziare come i primissimi ortodossi Giapponesi altro non furono che naufraghi che, per convenienza alla vita russa o per convinzione, si battezzarono. Solo alla fine del bakufu l’arrivo di Nikolaij cambierà questo stato di cose.

Simone R.

Studente del corso in Civiltà Antiche ed Archeologia: Occidente dell'Università degli Studi di Napoli - Orientale. Sono CEO e founder dei siti: - www.storiaromanaebizantina.it assieme al mio collega dott. Antonio Palo (laurea in archeologia) - www.rekishimonogatari.it assieme alla dott.ssa Maria Rosaria Formisano (laurea magistrale in lingua e letteratura giapponese e coreana) nonché compagna di vita. Gestisco i seguenti siti: - www.ganapoletano.it per conto dell'Associazione culturale no-profit GRUPPO ARCHEOLOGICO NAPOLETANO Le mie passioni: Storia ed Archeologia, Anime e Manga.

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