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LA PORCELLANA DI IMARI (伊万里磁器)

La porcellana giapponese raggiunse l’Europa nella seconda metà del XVII secolo, dopo la crisi politica che colpì la Cina alla fine della dinastia Ming (1368-1644). In Giappone si cominciò a fabbricare la porcellana molto tardi, perché all’inizio, il mercato giapponese era più orientato verso la realizzazione di manufatti in terracotta, poiché erano più apprezzati e più adatti alla cerimonia del tè (茶の湯- cha no yu).

Inoltre, studi recenti hanno dimostrato che la porcellana fu realizzata per la prima volta in Giappone nel 1610 nei forni Karatsu di Hizen (肥前の唐津) nei quali si produceva già un gres dipinto in ossido di ferro sotto un’invetriatura trasparente. Negli anni 1620-30, lo stile divenne più sofisticato e le decorazioni presentavano paesaggi e motivi geometrici.

Con il termine Imari (伊万里) si intende definire le porcellane prodotte nel distretto di Hizen, precisamente nelle fornaci di Arita (有田). A differenza delle altre tipologie Kakiemon e Nabeshima (柿右衛門/鍋島), questo tipo di porcellana, sin dai primi tempi, fu importante per il commercio poiché era indirizzata sia ai vari distretti del paese che in Europa.

Le prime porcellane fabbricate ad Arita erano chiamate shoki-Imari (初期伊万里 – antico Imari), ed erano per lo più di piccole dimensioni, per esempio coppe, tazze e bottiglie; poi verso la metà del Seicento, fu usato per la cerimonia del tè con recipienti, incensieri, piatti e piattini per il cibo frugale detto Kaiseki (懐石). Durante il periodo Edo la produzione di questo tipo di porcellana si concentrò soprattutto a Kyoto e nella provincia di Saga (佐賀県). Nel 1641 il monopolio del commercio con il Giappone era concesso solo agli olandesi che portarono in Europa le prime porcellane di Arita.

Le porcellane Imari sono dipinte con decorazioni in blu tendente al nero sotto smalto, rosse, ossido di ferro e una grande quantità di dorato su fondo bianco. Questa tipologia di tavolozza di colori, così popolare per le porcellane Imari, fu oggetto di innumerevoli imitazioni occidentali prodotte soprattutto in Germania e Inghilterra. Tuttavia, anche la Cina agli inizi del XVIII secolo, aveva invaso il mercato d’esportazione con una porcellana meno costosa detta “Imari cinese”, rendendo, di conseguenza, quella giapponese inaccessibile agli occidentali. Dal 1660 e per tutta l’era Genroku (元禄時代 – 1688-1703) iniziò l’epoca della grande esportazione in occidente di questo tipo di porcellana. Infine, nelle prime produzioni, lo stile Imari sembrava ispirarsi alle porcellane del tardo periodo Ming.

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